Quel che resta del giorno...
...Un esempio di ossessione.
“Per gli ossessionati non c’è scelta: l’ossessione ha già scelto per loro, prima di loro”
E.M. Cioran
Recentemente ho visto il film “Quel che resta del giorno” diretto da James Ivory e con cast d’eccellenza (Emma Thompson e Antony Hopkins), tratto dall’omonimo romanzo di Kazuo Ishiguro (1989)
È un film coinvolgente, drammatico che mi ha appassionato ma anche lasciato l’amaro in bocca riguardo alla vita che il personaggio principale del film, Mr Stevens, conduce.
Ho deciso di scrivere questo articolo perché la trama del film è molto legata alla Psicologia in quanto l’autore delinea in modo molto preciso il carattere dei personaggi facendoci riflettere sulla vita.
La storia è ambientata negli anni 20-30 fino al 1956 in Inghilterra.
Mr James Stevens è maggiordomo presso Darlington Hall ed è al servizio di Lord Darlington. Nel suo lavoro è impeccabile e molto professionale, votato al servizio del suo padrone. Anzi, si potrebbe dire che sacrifica la sua vita personale e i suoi valori per servire il padrone e per svolgere in modo perfetto il suo lavoro.
Purtroppo esemplifica bene quello che noi psicologi chiamiamo personalità ossessiva: questo personaggio non lascia mai trasparire sentimenti né opinioni personali, ritiene suo unico compito l’incarnare in modo esemplare il suo ruolo professionale.
Ad esempio, riesce a far assumere il padre come aiuto maggiordomo presso Darlington Hall ma nel momento in cui questo muore per ictus Stevens non riesce a mettere da parte il suo lavoro per concedersi la sofferenza legata alla morte del padre, anzi, torna subito al suo compito di direttore della casa.
Insieme al padre era arrivata a Darlington anche una nuova governante, Miss Kenton, persona molto diversa da Stevens, più emotiva e passionale, e tra i due nasce col tempo un certo feeling, anche se Steven cerca di non far trapelare nulla.
Miss Kenton cerca di provocare reazioni in lui ma il maggiordomo è come bloccato, non riesce a lasciarsi andare e a dichiararsi a lei.
La cosa tragica è che Stevens, non solo fa l’errore una volta, evitando di dichiararsi quando la governante gli comunica che se ne andrà da Darlington Hall.
Anche a distanza di anni, nel 1956, quando Stevens la ricontatta con la scusa che il nuovo padrone cerca una nuova governante, lui se la lascia nuovamente sfuggire, incapace di esprimere i suoi sentimenti e di violare il suo ordine di vita.
Si ritrova così ad invidiare, nella scena finale, un piccione entrato accidentalmente in casa che però riesce a volare via. Stevens invece non riesce a fare questo, impossibilitato dalle sue ossessioni a cambiare la sua vita per il meglio.
Cosa c’entra lo Psicologo con tutto questo?
Il nostro lavoro ha il compito principale di aiutare le persone a riprendere il filo delle proprie vite, di promuovere il cambiamento e il superamento di problemi sofferti come paure, blocchi ed ossessioni.
Nella mia pratica clinica a Rapallo (Genova), Castel San Giovanni (PC) e Piacenza utilizzo la Terapia Breve Strategica, approccio metodologico tra i più utilizzati per risolvere disturbi ansiosi e ossessivi.
Nell’approccio strategico il terapeuta utilizza stratagemmi terapeutici che hanno lo scopo di far sperimentare un’esperienza emozionale correttiva per poi far acquisire la capacità di gestire il problema, l’intervento è focale, centrato sul problema e lo scopo è di far uscire la persona dal problema stesso nel più breve tempo possibile.
Bibliografia
Ishiguro, Kazuo (1989), Quel che resta del giorno, traduzione Maria Antonietta Saracino, Collana Supercoralli, Torino, Einaudi, 1990